Roma città aperta.

Roma è una città stupenda.
Puoi viverci un intera vità e scoprire sempre qualcosa di nuovo. Una cartolina dalla Garbatella mentre stai consegnando la pizza vicino piazza Bologna, un barbone a Termini da aggiungere alla tua collezione di senza tetto, una vecchia signora con la quale attacchi bottone mentre fai la fila al bancone della gastronomia; quel genere di signora romana oramai in via di estinzione, bella pacioccona con quel suo modo di fare che ti mette a tuo agio, ti sembra di avere un' altra nonna e alla fine la saluti con tutta l' educazione possibile per nascondere la tua voglia d' abbracciarla e darle un bacetto.
Dicevo c'è sempre qualcosa che ti fa amare questa città...
Beh l' altro giorno stavo parlando propio di questo con la tipa che alla stazione Termini andiamo a prendere il "pullman", come lo chiamo io, il 714 che va sulla Colombo.
Noto che il bus è pieno però non ci fanno salire. Vedo qualcuno accanto all' autista e penso al controllore. Nella mia testa la psicosi da senzabiglietto è tale che vado in para ancor prima di salire. Ma non era li per controllare... Così smetto di parlare con l' autista ,mi volto a sinistra e capisco perchè c' era un cotrollore o un autista ( ma il marsupietto mi aveva indotto a pensare male ): per sopperire al difettoso congegno che regola la pedana che consente l' accesso dei disabili al mezzo.
Insomma sono lì sulla banchina e vedo questo tipo colla pelata e dei modi da guardia che sale sulla pedana attaccata ancora alla banchina che non ne vuole sapere di entrare sotto l' uscita centrale. Non riesce propio a farla entrare e così abbandona, tornando a confabulare con l' autista.
Ecco che alla tenzone si presentano altri stipendiati atac. Vedo diverese persone surfare sulla tavola e provano a farla scattare con un gesto di anche che ricorda il modo di spostarsi sullo skate senza mettere i piedi a terra. A misurarsi colla pedana viene anche una ragazza, che fa la cosa più di buon senso che mi era venuta in mente: sollevandola dalla base posta sul marciapiede la mette in parallelo rispetto al piano, cosicchè possa andare dentro con un pò di sana rozzezza.
La mia voglia di protagonismo unita al biasimo che provo ogni qual volta non aiuto una signora in difficoltà mi fa partecipare al certamen dei trasportatori pubblici:
- Serve una mano?
- Anche due.- Mi fa lei
- Cosa devo fare?
- Spingi la pedana in basso li alla porta.
- E se ci salgo sopra, come il tipo.
- Sì così mi spacchi le mani
- Ah occhei.
Impegnato a cimentarmi non faccio caso al tipo sempre dell' Atac, colla giacchetta verde e gli occhiali a goccia, che colla sua aria d' autista più figo di piazza dei cinquecento mentre mi viene in contro mi fa:
- Si te fai male nun te damo 'na lira!
Facendo una rapida carrellata di tutti i modi fallimentari che ho tentato per guadagnare soldi facili questo che ritengo tra i più stupidi ( e ne ho fatte di cazzate) non mi era neanche passato per la testa.
- Guarda che gle l' ho chiesto io! - Dice la ragazza mostrando ancora una volta quel carattere che mi aveva spinto a soccorerla immantinente.
- Lascia perde, nun lo fa più. E comunque così la sfasci.
A quel punto la ragazza molla e l' amico Maverik sale e ricomincia a trattare la pedana come fosse uno skate.
La cosa veramente stupenda era che questo faceva la mossa da half pipe ma come smetteva l' autista provava a far scattare la pedana. Era sensazionale perchè erano in tutto quattro omoni grandi e grossi e non si sincronizzavano. Essendo figlio di ferroviere di fancazzisti improvvisati lavoratori ne ho visti parecchi... Ma loro... Insomma, ognuno per se. Nessuno che faceva "al mio via", un mezzo Deni col suo fischietto che dava l' attacco: on-de-truà -fuì!!!
Nada.
Così demoralizzati dalla mancanza di gioco di squadra ma sollevati dall' arrivo di un altro 714 non rimase che darla vinta alla pedana e mettere la scritta guasto in vece di 714 P.le Nervi P.L.. Vedere scivolare via tra le strade inquinate della capitale questo pulman con l'anta fuori, non so perchè ma mi faceva venire in mente uno che se ne fa a zonzo colla patta aperta e il pisello ciondoloni.
Prima di salire finalemente sul bus mi volto e sento il pelatone iniziale che, palesemente irritato dal non aver potuto garantire il regolare svolgersi del servizio pubblico, sbotta:
- Perchè a legge dice che i disabbili devono da veni coll' accompagno!!! E si nu channo l' accompagno se ne vanno a piedi!!!
E mentre Cinzia mi chiede cosa abbia detto e io le spiego che se sei handicappato sono cazzi tua ho una canzone in testa.
Grazie Roma!!
Etichette: Barriere Architettoniche, Eti(li)ca, Roma
2 Commenti:
Non vorrei apparire apparire monotono, ma lo sarò.
Cito Bianciardi gran grossetano anni 40-50-60 emigrato nella Milano del boom economico.
In un articolo scrisse che a Milano sui bus se trovavano una donna con un bimbo senza biglietto tutta la gente la malediva e il controllore gli faceva la multa senza disquisire sull'altezza del piccolo.
A Napoli se si paventava questa casualità scoppiava una sceneggiata in favore dell'infanzia.
A Roma nessuno avrebbe detto niente fino a che il controllore non fosse sceso e poi gli avrebbero tirato i peggio malefici, al funzionario.
In Maremma il controllore avrebbe fatto delle storie e poi avrebbe chiesto all'accompagnatore dell'infante di tenerlo in braccio fino alla fermata.
Comunque Guaina m'hai fatto ride co'sta storia.
Teo
Storia fantastica, soprattutto perchè ne capita una al giorno così a Roma (fantastico il "nun te pagamo si te fai male"!!!).
L'immagine dell'autista dell'atac surfer mi perseguiterà per tutto il giorno.
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