Rosarno ( Africa del Nord? No, Italia unita.)

Finalmente endemico e solare è spuntato un altro bubbone sulla faccia della "nostra" "bella" penisola. Uno di quelli grossi e rossi che fa male se lo sfori e che anche dopo che te lo sei scoppiato lascia il segno per un bel pò.
Mentre mi stempio per indovinare il criterio giornalistico di " Hanno ragione i negri ", fantastico titolo ad effetto, se non fosse che invece del Vernacoliere lo ha tirato fuori il Giornale, mi chiedo: "c'è anche quest' altra cosa che non mi torna...",provo a riderci su, prendere per il culo tutto e tutti, l' ironia, del resto, mi permette di guardare le cose sotto una diversa sfaccettatura.
Così mi sforzo di credere che anche nella più civilizzata Africa del Nord i conflitti etnici sono all' ordine del giorno. Ma a parte questa battuta, che farà infuriare la mia ragazza, trovo impossibile isolare Rosarno e quei pezzi di sud con condizioni simili ( presenza di malavita e sfruttamento della schiavitù, assenza o connivenza dell' apparato statale) dal resto del "Bel Paese". Perchè il razzismo è un ottimo collante sociale e chi più chi meno lo ha dentro ed è pronto ad esprimerlo in modi e tempi diversi.
Riporto all' uopo, spero senza distorsioni eccessive, una considerazione espressa dal professor Vereni un anno e passa fa durante una lezione all' aperto a piazza Vittorio nel periodo di protesta contro la riforma Gelmini.
Sostanzialmente, per usare un' avverbio a lui grato, il razzismo ha una radice profonda che scaturisce da un bisogno inespresso dalla nostra società. Se guardiamo la xenofobia ci appare come un odio esplicabile nella difesa del "noi", che spinge persone, che all' interno di questo gruppo si ritengono simili, ad unirsi contro un "loro", "il diverso", che esprime in se una minaccia. Questo all' esterno, se invece guardiamo tale fenomeno in negativo il bisogno è differente perchè essendo uniti nel nome di un odio comune ogni singolo membro del "noi" non si accorge delle differenze che lo separono e lo isolano dagli altri, e forse, la radice di questo "noi", il perchè insomma il razzismo attecchisca così bene e rapidamente, lo si spiega con un inespresso bisogno d' amore, che la nostra società non soddisfa, realizzabile con l' appartenenza al "noi". Sì lo so, suona maledettamente frikkettone, ma sentirsi parte di qualcosa, accettati in qualcosa, aderire e disperdersi in un tutto molto più grande di me che sfoci in un sentimento è un motore bello forte, che poi sia solo questo a condurre ad un delirio corale del genere...
No.
Ovvio.
Come al solito esistono molte angolazioni e punti di vista che mi danno un quadro incompleto, come nella tavola degli elementi ci sarà ancora qualcosa da aggiungere. Adesso mi viene il NoBday in mente, la battaglia per introdurre l' indice di congruità che porta avanti Ulderico Pesce ( invito gli eventuali lettori a visitare il suo blog omonimo http://www.uldericopesce.com/) e la sua assenza qui in italia che risulta essere il tacito accordo tra istituzioni, grossisti e agricoltori su una gestione del settore altrimenti in pesante passivo per questi ultimi ( si veda sul blog di Grillo il post "il costo insostenibile di una pèsca"). Adesso che sappiamo con certezza che i contadini italiani vanno avanti con le sovvenzioni europee e lo sfruttamento della schiavitù ( perchè dice bene Travaglio la schiavitù era una cosa ben più nobile, per il padrone lo schiavo rappresentava almeno un oggetto di valore, ed era scelta di buon senso trattarlo bene, questi invece sfruttano in maniera intensiva questi disgraziati disumanizzati del 2010 ) non voglio giustificare il tacito accordo di un settore altrimenti in pesante deficit ne tantomeno posso analizzare il ruolo delle ndrine nel fomentare, probabilmente dirigere?, la caccia all' uomo ( che ha il malcelato scopo di levare gli scomodi clandestini africani per regolarizzarli con l' introduzione di schiavi rumeni comunitari di razza caucasica ).
Allora cosa posso fare. Niente? Rintanarmi nei miei steriotipi ed ammettere che Rosarno è davvero l' ultima frontiera del Nord Africa, anche nel tentativo implicito di smerdare tutta la Calabria? Magari fosse così! In questo modo potrei dilettarmi nel passatempo tipicamente toscano di prendere in giro, infierendo senza pietà, le persone che più ti stanno a cuore ( la mia ragazza è della provincia di Cosenza) e nella salvaguardia di un razzismo personale, di facile impostazione dicotomica che cerca di salvare i "cavoli nostri" ma sacrifica volentieri "le capre" che pascolano al di fuori dei nostri recinti . Tutto ciò nella vana pretesa di dire che certe cose in Toscana non succederanno mai, che nell' Itlalia civilizzata non scoppieranno certi casini; ma sarebbe come chiudere gli occhi e rifiutare di ammettere che l' acne ha ricoperto tutto il viso e che, solo per qualche tempo, il bubbone più grosso lo trovi in prossimità del mento...
Questo razzismo col quale dobbiamo fare i conti impone uno studio approfondito, anch' io so di essere razzista a modo mio, e la mia ragazza ha i suoi pregiudizi e pure voi, sono sicuro, avrete dei popoli o delle "razze" che detesterete in cuor vostro. Non c'è bisogno di andare a scomodare i casi limite di posti come Bergamo o Treviso. Durante la seconda lezione di antropologia l' assunto base che s' impara e che si stampa indelebile ad imperitura memoria è questo: di fronte a nuovi imput culturali la società che ne viene messa a contatto a due modi di reagire sincretismo o resistenza... Vedo che all' integrazione viene opposta una gran resistenza. In dieci anni gli italiani si sono svegliati e hanno trovato il loro panorama sociale mutato senza tempo per riflettere, per capire, per assimilare. Hanno guardato fuori dalle finestre e vedono nelle strade i lavavetri aggressivi, sotto casa grigi bengalesi che ti spingono le peroni da 66 a un euro e venti mentre leggono geroglifici e guardano trashate indiane, i rom stupratori ( che qualcuno confonde coi romeni nel desiderio incediario di farne tutto un falò) colle loro donne cenciose e ladre di bamibni, i chaina che ti danno sottocosto la loro merce taroccata e mandano avanti la loro vita in modi industriosi avvotlti nel mistero, più simili a formiche che ad esseri umani, e lì fuori dalle stazioni, negli angoli delle strade più buie, s' annida tra i cartoni e il puzzo di piscio forte che offende le nari, atavica, la paura che l' uomo bianco ha per l' uomo nero. Occhei forse drammatizzo un tantino però ecco che assistiamo alla nascita curiosa del calabro-leghista che, intervistato dai giornalisti di Repubblica in quel di Rosarno, afferma di stimare Bossi: buon Dio va bene il meltin' pot ma nella tua infinita bizzarria veterotestamentale credo ti sia sbilanciato un pò troppo!!! Ironia a parte, vedete come il sentimento xenofobo si forma e si appoggia anche su coloro che prima erano stati bersagliati dai leghisti ( sul "terrone" non sono stato io a farci più di una campagna elettorale) un pò per le ragioni di cui sopra e un pò per il caro buon detto " il nemico del mio nemico è mio amico".
Adesso nel nome di questo nuovo razzismo dilagante, sottocutaneo per molto tempo ma poi tragicamente esploso, l' Italia è finalmente unita; dalla provincia di Reggio fino a quella di Bergamo, dalla Sila al Monviso il volto della nostra penisola è ferocemente deturpato e chi prima la considerava bella, nel guardarla bene, ha la voglia di girare la testa e storcere la bocca pieno di orrore perchè, forse, si è accorto che ciò che sta guardando è il suo riflesso allo specchio.
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