Storia di Stefano ( Don Chisciotte contro il Feudo di Monsanto )
Vi racconterò una storia.
Stefano è un eccellenza nella ricerca chimico-farmaceutica. Rappresenta un patrimonio che la nostra nazione sta dissipando senza nemmeno accorgersene. Mi vengono in mente quegli sgabelli da ciabattino che il calzolaio di turno comprava nelle botteghe dei rigattieri. Se li fabbricava foderando tripodi con la tela di vecchi quadri che venivano lasciati là ad ammuffire. Erano gli studi d' un Michelangelo, un Piero della Francesca, un Caravaggio. Erano le bozze di opere ben più prestigiose d' un paio di scarpe. Alla morte del maestro non tutti questi lavori sono giunti fino a noi. Così molti finirono sotto il culo di gente che neanche sapeva che fossero esistiti. Forse averlo saputo avrebbe potuto cambiare la loro vita, ma non importa; non è questo il punto. Oggi racconto la storia di Stefano.
Stefano ha sudato, ha lavorato e studiato. Ha dato una mano a casa badando alla sorella e ha cercato di pesare il meno possibile sul bilancio familiare. Nonostante che non fosse una famiglia propio agiata: padre operaio, madre impiegata presso una ditta di pulizie, i suoi non gli hanno mai fatto mancare niente e sono riusciti ugualmente a mandarlo all' università. Stefano ha buttato il sangue sui libri. Si è stempiato tra esami, concorsi, graduatorie. E' sempre stato nei primi posti. Ma qui in Italia essere il migliore non è sufficente. Anzi a volte non serve affatto. Basta avere qualcuno che ti conosce, ma non al bar Europa...
Sono passati dieci anni dalla laurea. Stefano è un ricercatore. Da otto vive di lavori a progetto presso la sua università, si sente più simile ad un pollo: co-co-co-dè, pensa ogni qual volta prende la busta paga.
Sono stati anni non privi d' avvenimenti importanti. Suo padre non c' è più. Un infarto se l' è preso. Almeno ha avuto la soddisfazione di vedere un figlio dottore. La sorella fa l' estetista in un centro benessere, mentre sua madre continua a lavare le scale di mezza Reggio. Sembra incredibile ma Stefano è riuscito a trovarsi una ragazza. Si chiama Silvia, è mora e ha uno sguardo penetrante: ti rimpicciolisce con un' occhiata. Insomma non tutto gli va male, dopo anni a guardare dentro un telescopio ha trovato chi lo scandaglia a fondo senza il bisogno di lenti. Dicevo del fatto straordinario che è riuscito a trovarsi una ragazza... "Ragazza": lei 30 anni, lui 33. In tutta onestà credo che sia straordianrio per Stefano trovare una persona con cui condividere la propia esistenza. Non perchè Stefano sia un pessimo partito, ma perchè entrambi hanno la pretesa di mettere su una famiglia facendola crescere in condizioni molto migliori di quella in cui sono venuti su lui e sua sorella. Soprattutto facendola crescere in Italia; non sono del tutto privi di senso dell' umorismo. Comunque se c'è una cosa di cui Stefano non è privo è il talento nel suo lavoro. Forse in Italia non lo sanno ma il posto dei migliori è nei migliori posti.
Così un mercoledì sera Stefano rientra. Trova una raccomandata ad aspettarlo ed una mail sulla sua posta elettronica.
Non ci può credere.
Si siede in sala, la madre preoccupata inizia a chiedergli con voce squillante cosa c'è. Lui guarda la foto del padre appesa al muro, si guarda attorno e mentre si sente la eco in cucina di un televisore che parla da solo inizia a singhiozzare.
Lo hanno chiamato loro.
Cioè nessun concorso, ore di fila, uffici regolarmente vuoti in orario di lavoro, segretarie indisponenti che scrolano le spalle, niente. Una lettera con un marchio di una compagnia che nemmeno conosce. Deve solo mandare una copia dei suoi titoli di studio e dei vari attestati che testimoniano i suoi concorsi e le altre carte necessarie, più un curriculum in inglese. Quando Silvia lo sente al telefono per la prima volta in sei anni non riesce a capire cosa gli sia successo, durante la telefonata piangono di gioia entrambi. E' un momento intenso che lascio interamente a loro, perchè lo hanno strappato da questo mondo avaro a mani nude e solo loro deve rimanere.
Quando gli affidano il progetto gli spiegano che inizialmente lavorerà sotto il Professore Gerard Streffner ma in seguito potrà dirigere un equipe di ricercatori. Non riesce a capacitarsene. Ma sì; lui ce l' ha fatta.
Adesso quando si guarda allo specchio vede un uomo. Le nozze con Silvia si terranno i 2 Luglio in Italia nel paese natale dei suoi genitori. Sì perchè in questo momento Stefano e Silvia vivono in Francia, si trovano bene e di crescere il loro figli nel bel paese non ci pensano nemmeno: sarà pure bello ma non funziona. Lui era il numero uno e ce l' ha fatta per miracolo. E se i suoi figli fossero i numero due? E se ai suoi figli non importasse o non volessero essere dei numeri? Comunque Stefano non si è certo adagiato sugli allori. Profonde nel suo lavoro un fervore da crociato. Non risparmia niente e se ha qualche energia alla fine del giorno la riserva per sua moglie. Pensa che lo studio che sta conducendo potrà essere molto utile. Sta contribuendo al progresso tecnologico dell' umanità.
Sono passati cinque anni, Stefano torna nel suo bell' appartamento in Rue De l' Arriver si dirige verso Silvia, la guarda con gli occhi febbricitanti di felicità che ha avuto solo per la nascita del loro primo figlio, le da un bacio sulla bocca e uno sul pancione gravido di sette mesi. Lei per la seconda volta da quando lo conosce non capisce cosa abbia ma questa volta intuisce che si tratta di qualcosa di bello.<<
Lo voglio lasciare così Stefano mentre singhiozza affondando la testa nelle ginocchia di sua moglie, lo lascio prima di tante cose belle che il cammino gli riserverà. Lo saluto prima di David, il secondo genito, degli altri figli e figlie e di tutte le gratificazioni che vita e lavoro gli porteranno. Lo lascio prima di vedere tutto quell' oceano di riconoscenza che gli deve la compagnia che lo ha assunto.
Io dal canto mio gli vorrò sempre bene e gli auguro tutta la felicità del mondo anche se, paradossalmente, per la sua opera non gli sono affatto grato.
Stefano.
Stefano che ha trovato la cura per la BSE bovina.
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