martedì 30 marzo 2010

TRILUSSA- LA NINNA NANNA DE LA GUERRA



Trilussa

LA NINNA NANNA DE LA GUERRA

(1914)

Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d'un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d'una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d'assassini
che c'insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l'ombra d'un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!


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martedì 16 marzo 2010

Vi ricorda qualcosa?



(...) Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l' acqua, molti di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio. Nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci... Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l' elemosina, ma sovente, davanti alle chiese, donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti sl furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano... Perchè si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche, quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo presto gli ingressi alle nostre frontiere ma, sopratutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, di attività criminali.(...)
Propongo che si privilegino veneti e lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare... e non contestano il salario. Gli altri, quelli a cui è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud d' Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la nostra prima preoccupazione

(Dalla Relazione dell' Ispettorato sull' Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli USA, Ottobre 1912)

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sabato 16 gennaio 2010

Non sono razzista ma...

Giro adesso il post di cui si è visto solo il titolo per giorni perchè un attimo prima di caricarlo lo avevo cancellato tutto e, invece di accorgermene e rimediare, sono uscito. Che campioncino! Non so come certe cose mi riescano ma mi vengono così...nature.





Quello che è successo Domenica mi ha lasciato stupefatto.
Così su un onda emotiva, dovuta ai fatti che sono successi in terra calabra, ho fatto presto a sentenziare sul razzismo dilagante che si è affermato nella penisola...
Insisto nella pessima abitudine di lasciare scrivere le mani e non la testa.
Intanto il mio cervello si sforzava di capirlo questo razzismo, che cos'è, come si manifesta, c'è sempre stato, è venuto in qualche modo?
Soprattutto c' era una cosa che non mi tornava; c' era quel rosarnese che diceva di ammirare Bossi!
Lì per lì era come immaginare un Africano di due metri che sorrideva bello pacioso indossando una maglietta colla svastica sopra.



Stavo andando a parlare con un professore quando ci imbattiamo in questo argomento e io riporto la mia conclusione ad effetto: "sì però gli italiani sono diventati razzisti!"
"Non sono diventati razzisti- corregge lui- sono diventati poveri, e se sono poveri, diventano insicuri."
Mostra l' esempio di un quartiere popolare di Milano ( non mi ricordo come si chiama ma non è Sesto San Giovanni, che continua ripetutamente a presentarsi davanti alla mia memoria appena provo a ricordare) dove se prima gli operai votavano tutti comunista adesso era si era trasformato in un bastione della Lega Nord: tutto ciò perchè essendoci stato un progressivo indebolimento economico, la scomparsa del piccì ma soprattutto la comparsa della lega, che faceva la sua brava rotta con i venti del populismo e della xenofobia che le gonfiavano le vele, gli operai disuniti e insicuri cadevano facilmente preda della demagogia da strilloni del partito del Dio Pò.



Folgorato sulla via di Damasco ci metto poco nel ravvedermi dalla mia eccessiva sollecitudine nell' etichettare come razzista un popolo come quello calabrese ( e per inudzione tutto quello italiano) che conosco solo nella mia mente confusa e disinformata. Un popolo condannato in contumacia, senza neppure averlo, ma che dico studiato, neanche visitato. Tuttavia so per certo che i calabresi, tra l' altro, sono gente che l' ospitalità ( come fa bene a sottolineare Scalfari in un editoriale de "La Repubblica" della scorsa domenica ribadendone l' estrazione contadina) potrebbero insegnarla a chiunque, quindi ecco spuntare quel mio dubbio ostinato su come facessero a trasformarsi di colpo in cacciatori xenofobi e feroci.
Forse anch' io ho in qualche modo reagito...



Così sono a pranzo dalla mia ragazza... di riffa o di raffa andiamo a finire che si parla di quel che è successo a Rosarno. Io le chiedo se quella abitudine di non lavorare e intascare i contributi senza far nulla, tranne conoscere il proprietario dell' azienda, è presente anche nella sua zona. Me lo conferma con tranquillità, aggiunge anche altri particolari, che per discrezione non riporto, ma che descrivono con disinvolutura quanto sia ben radicato tale malcostume. *
Mentre stiamo mangiando la discussione è animata e la questione degli "stranieri" è al centro del dibattito.
A questo punto io espongo la mia convinzione che il nostro razzismo sia molto dipendente dalla dimensione economica e con questo arrivavo a motivare il calabrese ammirabossi.
Solo che a quel punto una mio amico interviene:
- Io non sono razzista ma devo dire che per certe cose ha Bossi ragione...- a questo punto, più che stupito, ero curioso di sentire dove andasse a parare- Sono troppi!! Non c'è lavoro! A me mi pagano tre euro l'ora perchè c' è troppa gente che mi leva il lavoro e se non mi sta bene trovano qualcun' altro.

La discussione continuava poi con l' elenco dei paesi di provenienza degli immigrati irregolari ma diventava più caciarona e perdeva naturalmente il suo vero interesse...
L' intervento mi parve non razzista ma comunque xenofobico. Perché nelle sue parole non c'era calma, la sua era una sincera risposta che conteneva le ansie sue e di tutti noi (in fin dei conti io con una triennale in antropologia dove cazzo vado?): avvertivo preoccupazione per un futuro incerto reso ancora più difficile da una competizione serrata tra ultimi nello spartirsi le ultime briciole. Inoltre, dettaglio non trascurabile;pure lui era di giù. Tuttavia nell' abbracciare certe istanze, alcune contrapposizioni, con quel fomento, quell ardore, mi aveva appena dimostrato come facesse quel rosarnese ad essere leghista.
Anche se la sua critica era da me pienamente condivisa ( sulla regolamentazione dei flussi migratori ne ho parlato anche in post precedenti) la sua accesa preoccupazione mi faceva intuire la caratteristica, la definizione insomma, di xenofobia: risposta aggressiva di fronte ad un avvenuto contatto con un agente esterno alla società di base ritenuto nocivo per quest' ultima.
Grazie a lui comprendo molto meglio come possa radicarsi anche nei cuori delle persone migliori certa malerba.





P.S.
Questo non significa che la spiegazione per " il nostro" razzismo è solo una questione economica... Vedere le cose in maniera unilaterale e il modo che hanno i vecchietti di rappresentarsi i fatti.

P.P.S.
Non sono sicuro ma la matrice economica che porta al progressivo imbabarbarimento a cui si aggiunge anche quello culturale ( ce ne sarebbe, credo, anche uno più giuridico-legislativo che però non mi compete ) l' avevo già tirata fuori in quel pessimo post dal titolo: " Guerra o democratia" ( sun-tzu e la termodinamica).










* La prima volta che me ne parlò ero già diventato un fervente sostinitore dello sviluppo nel mezzogiorno, motivato della lettura di G. Viesti "Mezzogiorno a tradimento". Mentre sostenevo i perchè e i percome si poteva e si doveva intervernire per stimolare la crecita economica nelle zone svantaggiate del paese ecco che lei mi ferma li su due piedi raccontandomi che, di fatto, tanta gente non fa un cazzo perchè prende i soldi di chi lavora per loro nei campi.

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martedì 12 gennaio 2010

Rosarno ( Africa del Nord? No, Italia unita.)


Finalmente endemico e solare è spuntato un altro bubbone sulla faccia della "nostra" "bella" penisola. Uno di quelli grossi e rossi che fa male se lo sfori e che anche dopo che te lo sei scoppiato lascia il segno per un bel pò.
Mentre mi stempio per indovinare il criterio giornalistico di " Hanno ragione i negri ", fantastico titolo ad effetto, se non fosse che invece del Vernacoliere lo ha tirato fuori il Giornale, mi chiedo: "c'è anche quest' altra cosa che non mi torna...",provo a riderci su, prendere per il culo tutto e tutti, l' ironia, del resto, mi permette di guardare le cose sotto una diversa sfaccettatura.
Così mi sforzo di credere che anche nella più civilizzata Africa del Nord i conflitti etnici sono all' ordine del giorno. Ma a parte questa battuta, che farà infuriare la mia ragazza, trovo impossibile isolare Rosarno e quei pezzi di sud con condizioni simili ( presenza di malavita e sfruttamento della schiavitù, assenza o connivenza dell' apparato statale) dal resto del "Bel Paese". Perchè il razzismo è un ottimo collante sociale e chi più chi meno lo ha dentro ed è pronto ad esprimerlo in modi e tempi diversi.
Riporto all' uopo, spero senza distorsioni eccessive, una considerazione espressa dal professor Vereni un anno e passa fa durante una lezione all' aperto a piazza Vittorio nel periodo di protesta contro la riforma Gelmini.
Sostanzialmente, per usare un' avverbio a lui grato, il razzismo ha una radice profonda che scaturisce da un bisogno inespresso dalla nostra società. Se guardiamo la xenofobia ci appare come un odio esplicabile nella difesa del "noi", che spinge persone, che all' interno di questo gruppo si ritengono simili, ad unirsi contro un "loro", "il diverso", che esprime in se una minaccia. Questo all' esterno, se invece guardiamo tale fenomeno in negativo il bisogno è differente perchè essendo uniti nel nome di un odio comune ogni singolo membro del "noi" non si accorge delle differenze che lo separono e lo isolano dagli altri, e forse, la radice di questo "noi", il perchè insomma il razzismo attecchisca così bene e rapidamente, lo si spiega con un inespresso bisogno d' amore, che la nostra società non soddisfa, realizzabile con l' appartenenza al "noi". Sì lo so, suona maledettamente frikkettone, ma sentirsi parte di qualcosa, accettati in qualcosa, aderire e disperdersi in un tutto molto più grande di me che sfoci in un sentimento è un motore bello forte, che poi sia solo questo a condurre ad un delirio corale del genere...
No.
Ovvio.
Come al solito esistono molte angolazioni e punti di vista che mi danno un quadro incompleto, come nella tavola degli elementi ci sarà ancora qualcosa da aggiungere. Adesso mi viene il NoBday in mente, la battaglia per introdurre l' indice di congruità che porta avanti Ulderico Pesce ( invito gli eventuali lettori a visitare il suo blog omonimo http://www.uldericopesce.com/) e la sua assenza qui in italia che risulta essere il tacito accordo tra istituzioni, grossisti e agricoltori su una gestione del settore altrimenti in pesante passivo per questi ultimi ( si veda sul blog di Grillo il post "il costo insostenibile di una pèsca"). Adesso che sappiamo con certezza che i contadini italiani vanno avanti con le sovvenzioni europee e lo sfruttamento della schiavitù ( perchè dice bene Travaglio la schiavitù era una cosa ben più nobile, per il padrone lo schiavo rappresentava almeno un oggetto di valore, ed era scelta di buon senso trattarlo bene, questi invece sfruttano in maniera intensiva questi disgraziati disumanizzati del 2010 ) non voglio giustificare il tacito accordo di un settore altrimenti in pesante deficit ne tantomeno posso analizzare il ruolo delle ndrine nel fomentare, probabilmente dirigere?, la caccia all' uomo ( che ha il malcelato scopo di levare gli scomodi clandestini africani per regolarizzarli con l' introduzione di schiavi rumeni comunitari di razza caucasica ).
Allora cosa posso fare. Niente? Rintanarmi nei miei steriotipi ed ammettere che Rosarno è davvero l' ultima frontiera del Nord Africa, anche nel tentativo implicito di smerdare tutta la Calabria? Magari fosse così! In questo modo potrei dilettarmi nel passatempo tipicamente toscano di prendere in giro, infierendo senza pietà, le persone che più ti stanno a cuore ( la mia ragazza è della provincia di Cosenza) e nella salvaguardia di un razzismo personale, di facile impostazione dicotomica che cerca di salvare i "cavoli nostri" ma sacrifica volentieri "le capre" che pascolano al di fuori dei nostri recinti . Tutto ciò nella vana pretesa di dire che certe cose in Toscana non succederanno mai, che nell' Itlalia civilizzata non scoppieranno certi casini; ma sarebbe come chiudere gli occhi e rifiutare di ammettere che l' acne ha ricoperto tutto il viso e che, solo per qualche tempo, il bubbone più grosso lo trovi in prossimità del mento...
Questo razzismo col quale dobbiamo fare i conti impone uno studio approfondito, anch' io so di essere razzista a modo mio, e la mia ragazza ha i suoi pregiudizi e pure voi, sono sicuro, avrete dei popoli o delle "razze" che detesterete in cuor vostro. Non c'è bisogno di andare a scomodare i casi limite di posti come Bergamo o Treviso. Durante la seconda lezione di antropologia l' assunto base che s' impara e che si stampa indelebile ad imperitura memoria è questo: di fronte a nuovi imput culturali la società che ne viene messa a contatto a due modi di reagire sincretismo o resistenza... Vedo che all' integrazione viene opposta una gran resistenza. In dieci anni gli italiani si sono svegliati e hanno trovato il loro panorama sociale mutato senza tempo per riflettere, per capire, per assimilare. Hanno guardato fuori dalle finestre e vedono nelle strade i lavavetri aggressivi, sotto casa grigi bengalesi che ti spingono le peroni da 66 a un euro e venti mentre leggono geroglifici e guardano trashate indiane, i rom stupratori ( che qualcuno confonde coi romeni nel desiderio incediario di farne tutto un falò) colle loro donne cenciose e ladre di bamibni, i chaina che ti danno sottocosto la loro merce taroccata e mandano avanti la loro vita in modi industriosi avvotlti nel mistero, più simili a formiche che ad esseri umani, e lì fuori dalle stazioni, negli angoli delle strade più buie, s' annida tra i cartoni e il puzzo di piscio forte che offende le nari, atavica, la paura che l' uomo bianco ha per l' uomo nero. Occhei forse drammatizzo un tantino però ecco che assistiamo alla nascita curiosa del calabro-leghista che, intervistato dai giornalisti di Repubblica in quel di Rosarno, afferma di stimare Bossi: buon Dio va bene il meltin' pot ma nella tua infinita bizzarria veterotestamentale credo ti sia sbilanciato un pò troppo!!! Ironia a parte, vedete come il sentimento xenofobo si forma e si appoggia anche su coloro che prima erano stati bersagliati dai leghisti ( sul "terrone" non sono stato io a farci più di una campagna elettorale) un pò per le ragioni di cui sopra e un pò per il caro buon detto " il nemico del mio nemico è mio amico".
Adesso nel nome di questo nuovo razzismo dilagante, sottocutaneo per molto tempo ma poi tragicamente esploso, l' Italia è finalmente unita; dalla provincia di Reggio fino a quella di Bergamo, dalla Sila al Monviso il volto della nostra penisola è ferocemente deturpato e chi prima la considerava bella, nel guardarla bene, ha la voglia di girare la testa e storcere la bocca pieno di orrore perchè, forse, si è accorto che ciò che sta guardando è il suo riflesso allo specchio.

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mercoledì 7 ottobre 2009

Cosa rimarrà dell' Aquila?


Passo questa newsletter della casa dei diritti sociali.Proprio in questo periodo, mi viene in mente che la persistente malagestione nello svolgere le funzioni della res pubblica potrebbe essere un veicolo d' identità nazionale. Come a Messina, dove tutti sapevano ma niente è successo, anche qui troviamo interessi personali posti d' innanzi alla tutela dei cittadini, insomma: l' idea, diffusa sul territorio nazionale, che ovunque le persone preposte all' amministrazione del territorio non ci tutelino e, anzi, in un qualche modo si preoccupino più a coltivare interessi clientelari con imprenditori poco onesti, lasciando poi la fatalità ad abbastersi sui cittadini innocenti, in un qualche senso, ci possa far stare uniti.
Mal comune mezzo gaudio?

L' ultima parte, se confermata, provoca una rabbia intensa e condivisibile.


L'Aquila 30 settembre 2009
Le televisioni filmano l'ingresso di famiglie nelle nuove case antisismiche costruite fuori città. Case finalmente dopo mesi di vita da campeggio nelle tende. I nuovi inquilini sono contenti, le luci sono tutte per loro. Interviste, testimonianze, piccoli servizi. Il Governo e la Protezione Civile soddisfatti annunciano che ogni settimana verranno inaugurate 300 nuove abitazioni. I giornalisti si accalcano per filmare gli interni dei nuovi appartamenti. Nel frattempo il centro storico dell'Aquila sembra essere stato dimenticato da tutti. Eugenio Carlomagno, direttore dell'Accademia delle Belle Arti, è preoccupato per il futuro di circa 1500 edifici tra palazzi, chiese ed altri monumenti. Senza protezioni non resisteranno all'inverno che qui colpisce duramente con il gelo e la neve. Nelle case senza tetto, nelle pareti sventrate le infiltrazioni potrebbero segnare il colpo di grazia per tutta la zona con il suo inestimabile valore storico. Solo qualche edificio, come palazzo Pica Alfieri, e qualche chiesa, come Santa Giusta, hanno visto l'inizio dei lavori di recupero. Attorno ancora macerie e reti che delimitano gli spazi inagibili. Aree dove prima sorgevano case, negozi, uffici, aree che brulicavano di vita. Adesso solo cumuli di pietre. Vacilla la speranza di una ricostruzione che non è partita e che durerà diversi anni. E l'inizio dell'inchiesta sui responsabili dei crolli. Si, perché molti di questi edifici non sono venuti giù solo a causa del terremoto, che fu di media intensità, ma per inefficienza, incompetenza e forse altro. In particolare le prime indagini hanno scoperto che sotto la Casa dello Studente, che crollò seppellendo 8 giovani universitari, c'è una sorta di cava forse utilizzata da una ex fabbrica di medicinali per deporre i rifiuti speciali. Ma l'inchiesta esamina anche gli altri edifici crollati, circa 200, e riguarda chiunque avesse una responsabilità, dai costruttori a chi ha rilasciato le autorizzazioni a chi doveva effettuare i controlli. Si parla di una sessantina di avvisi di garanzia. Ora c'è da domandarsi cosa finirà prima, se l'inchiesta o la ricostruzione, e con quali risultati.

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sabato 26 settembre 2009

ultime notizie dall' Honduras

IL GOLPISTA MICHELETTI FA ASSASSINARE DUE PERSONE E FA VIOLARE
L'AMBASCIATA DEL BRASILE


Criminale è stata la decisione del golpista honduregno Micheletti di
far sparare stamani all’alba sulla folla pacifica che era davanti
all’ambasciata del Brasile a Tegucigalpa a sostegno del presidente
legittimo Zelaya che lì viene ospitato dopo il suo rientro in patria.


Sul terreno sono rimasti due persone assassinate dai colpi della
polizia di Micheletti. Non paghi i poliziotti golpisti hanno sparato
fumogeni anche dentro l’ambasciata del Brasile e arrestato
giornalisti cinesi e della Reuters e AP, oltre ad aver chiuso
aeroporti e frontiere.

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sabato 19 settembre 2009

FutuRisiko

Giochiamo a far la guerra!
Obbiettivo dei Gialli:
DEVI ANNIENTARE LE ARMATE BLU E CONQUISTARE LA TOTALITÀ DELL' EUROPA.
Avverrà che i ghiacciai dell' Himalaya si scioglieranno. A quel punto Cina e India avranno fame e sete...
Cosa pensate che succederà quando la mancanza di risorse lascierà duecento persone a spartirsi un bicchiere d' acqua?
A quel punto i carrarmatini gialli entreranno in Europa passando dall' Africa sempre più lottizzata dalle parti orientali e rovesceranno in un continente un numero d' unità almeno cinque volte superiore al numero dei carrarmatini blu?
Si fronteggeranno fino all' annientamento e si scrivera l' epilogo di un' umanità.
Qualcuno esulterà par aver vinto la partita mentre qualcun' altro lascerà il tavolo.
Il tavolo... ops! Volevo dire il canotto.

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