mercoledì 22 luglio 2009

LE CINQUE REGOLE DELLA DISINFORMAZIONE




Il filo rosso per la decodificazione dell'informazione

DI MICHEL COLLON
michelcollon.info

Ad ogni guerra, colpo di stato, aggressione condotta dall'Occidente, i grandi media applicano cinque “regole della propaganda di guerra”. Usate voi stessi questa griglia di lettura durante i prossimi conflitti, sarete colpiti di ritrovarle ogni volta: 1. Nascondere la Storia. 2. Nascondere gli interessi economici. 3. Demonizzare l'avversario. 4. Discolpare i nostri governi e i loro protetti. 5. Monopolizzare l'informazione, escludere il vero dibattito.

Applicazione al caso dell'Honduras nel luglio 2009...

1. Nascondere la Storia. L'Honduras è l'esempio perfetto della “repubblica della banane” nelle mani statunitensi. Dipendenza e saccheggio coloniale hanno portato a un enorme abisso tra ricchi e poveri; secondo l'ONU, 77% della popolazione sarebbe povera. L'esercito honduregno è stato formato e guidato -fin nei peggiori crimini- dal Pentagono. L'ambasciatore statunitense John Negroponte (1981-1985) era soprannominato “il vicere dell'Honduras”.



2. Nascondere gli interessi economici. Oggi, le multinazionali statunitensi (banane Chiquita, caffè, petrolio, big pharma...) vogliono impedire a questo paese di ottenere l'indipendenza economica e politica. L'America del Sud si è unita e si dirige a sinistra, e Washington vuole impedire all'America Centrale di prendere la stessa strada.

3. Demonizzare l'avversario. I media hanno accusato il presidente Zelaya di volersi far rieleggere per preparare una dittatura. Silenzio sui progetti sociali: aumento del salario minimo, lotta all'ipersfruttamento nelle fabbriche-inferno delle ditte statunitensi, diminuzione dei prezzi dei medicinali, aiuto ai contadini oppressi. Silenzio sul suo rifiuto di coprire gli atti terroristici made in USA. Silenzio sull'impressionante resistenza popolare.

4. Discolpare i nostri governi e i loro protetti. Viene nascosto il finanziamento del golpe da parte della CIA. Obama è presentato come neutrale, quando in realtà rifiutava di incontrare e sostenere il presidente Zelaya. Se avesse applicato la legge e soppresso l'aiuto statunitense all'Honduras, il colpo di stato sarebbe stato fermato in fretta. Le Monde e gli altri media hanno discolpato la dittatura militare parlando di “conflitto tra poteri”. Le immagini di repressione cruenta non vengono mostrate al pubblico. Insomma, una contrapposizione sorprendente tra la demonizzazione dell'Iran e la discrezione sul colpo di stato in Honduras “made in CIA”.

5. Monopolizzare l'informazione, escludere il vero dibattito. La parola è riservata alle fonti e agli esperti “accettabili” per il sistema. Qualsiasi analisi critica sull'informazione è censurata. In questo modo, i nostri media impediscono un vero dibattito sul ruolo delle multinazionali, degli USA e dell'UE nel sottosviluppo dell'America Latina. In Honduras, i manifestanti gridano “TeleSur! TeleSur!” per salutare l'unica televisione che li informa correttamente.

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mercoledì 15 luglio 2009

IL MASSACRO DELLE PECORE ( sopravvivenze e barbarie )

Come ogni anno nelle isole Far Oer ( Danimarca) assistiamo al massacro dei delfini. L' anno scorso ne lessi sul blog di Grillo. Adesso mi è arrivata una mail amica su msn. Ora se questo rito sanguinario servisse ad assicurare il sostentamento di un' intera popolazione, che aspetta di anno in anno i flussi migratori di questi mammiferi, anche trovando da ridire sul modo truculento in cui si procacciano il pasto, mi farebbe meno schifo e anzi penserei che siamo tutti pescatori e in fondo anche in altri posti in Italia avvengono mattanze simili con i tonni.
Il guaio è che tutto ciò viene fatto su animali curiosi e giocosi, che vengono attirati e trucidati, col solo scopo di dimostrare che chi li sevizia e li tortura e li uccide è un vero uomo.
Da studente di antropologia non riesco ad astrarmi come dovrei dai miei giudizi morali ed esaminare la pratica culturale in se, cercando di intuire come possa dopo il duemila continuare ad esistere e resistere una tale macabra ricorrenza, quale spirito e sentimento identitario anima gli abitanti delle isole delle pecore e come facciano ad esserne orgogliosi; come se gli non arrivasse internet o la televisione. Trovo difficoltà a nettarmi dai giudizii perchè lo schifo e l' indignazione superano il modus operandi ( i più acuti tra voi avranno notato il pregiudizio del "macabro" accanto a "ricorrenza" che in uno studioso di antropologia equivale a suonare la cassa e il rullante nella stessa battuta). Forse quello che mi colpisce maggiormente è che tutto ciò avviene nella civilissima Europa. Anche se ai margini estremi sempre dell' Europa "culla di civiltà si tratta".

"E non si riesce più a capir chi è l' uomo e chi l' animale"




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venerdì 10 luglio 2009

Vuoi diventare una velina?


Lavorare in un chioschetto a forma di limone permette incontri quantomeno divertenti... Per esempio l' altra sera erano passati due amici di Renè ( l' altro mio amico che assieme ad Edoardo divide il suo tempo in parti uguali tra il letto e lo shekerare limonate ) e gli hanno raccontato della loro iniziativa.


Un pò per spirito goliardico un pò per contestare il malcostume italico si sono dati al volantinaggio e hanno attaccato qualche manifesto molto simile alla foto sul top... Solo che oltre al quel deretano poliglotta nel manifesto vi era scritto: " Vuoi diventare una velina ed avere un futuro nella politica?" sotto un logo molto simile al pdl e la mail di riferimento.
Li per li i ragazzi non si sono presi sul serio, come è ovvio che facciano delle menti che concepiscano uno scherzo del genere, senonchè, quando sono andati a vedere la casella di posta elettronica hanno trovato qualcosa come 1200 messaggi!!! di probabili aspiranti parlamentari ( mo se chiamano così!).
Ovvio che si sono dati subito una regolata e abbiano organizzato un falso casting a S.Lorenzo.

Ma guarda un po' sono onorevole... toh che culo!!!

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giovedì 9 luglio 2009

Yes We Camp

Riporto questa lettera di Andrea Gattinoni, che si trovava all' aquila per presentare il film si può fare girato con Claudio Bisio. La lettera è indirizzata alla moglie.



Ho visto l 'Aquila. Un silenzio spettrale, una pace irreale, le case distrutte, il gelo fra le rovine. Cani randagi abbandonati al loro destino. Un militare a fare da guardia a ciascuno degli accessi alla zona rossa, quella off limits.
Camionette, ruspe, case sventrate. Tendopoli. Ho mangiato nell'unico posto aperto, dove va tutta la gente, dai militari alla protezione civile. Bellissimo. Ho mangiato gli arrosticini e la mozzarella e i pomodori e gli affettati.
Siamo andati mentre in una tenda duecento persone stavano guardando "Si Può Fare". Eravamo io, Pietro, Michele, Natasha, Cecilia, Anna, Maria, Franco e la sua donna. Poi siamo tornati quando il film stava per finire. La gente piangeva. Avevo il microfono e mi hanno chiesto come si fa a non impazzire, cosa ho imparato da Robby e dalla follia di Robby, se non avevo paura di diventare pazzo quando recitavo.
Ho parlato con i ragazzi, tutti trentenni da fitta al cuore. Chi ha perso la fidanzata, chi i genitori, chi il vicino di casa. Francesca, stanno malissimo. Sono riusciti ad ottenere solo ieri che quelli della protezione civile non potessero piombargli nelle tende all'improvviso, anche nel cuore della notte, per CONTROLLARE. Gli anziani stanno impazzendo.
Hanno vietato internet nelle tendopoli perché dicono che non gli serve. Gli hanno vietato persino di distribuire volantini nei campi, con la scusa che nel testo di quello che avevano scritto c'era la parola "cazzeggio". A venti chilometri dall'Aquila il tom tom è oscurato. La città è completamente militarizzata.
Sono schiacciati da tutto, nelle tendopoli ogni giorno dilagano episodi di follia e di violenza inauditi, ieri hanno accoltellato uno. Nel frattempo tutte le zone e i boschi sopra la città sono sempre più gremiti di militari, che controllano ogni albero e ogni roccia in previsione del G8. Ti rendi conto di cosa succederà a questa gente quando quei pezzi di ***** arriveranno coi loro elicotteri e le loro auto blindate? Là ????
Per entrare in ciascuna delle tendopoli bisogna subire una serie di perquisizioni umilianti, un terzo grado sconcertante, manco fossero delinquenti, anche solo per poter salutare un amico o un parente.
Non hanno niente, gli serve tutto. (Hanno) rifiutato ogni aiuto internazionale e loro hanno bisogno anche solo di tute, di scarpe da ginnastica.
Per far fare la messa a Ratzinger, il governo ha speso duecentomila euro per trasportare una chiesa di legno da Cinecittà a L'Aquila.
Poi c 'è il tempo che non passa mai, gli anziani che impazziscono. Le tendopoli sono imbottite di droga. I militari hanno fatto entrare qualunque cosa, eroina, ecstasy, cannabis, tutto. E ' come se avessero voluto isolarli da tutto e da tutti, e preferiscano lasciarli a stordirsi di qualunque cosa, l'importante è che all'esterno non trapeli nulla. Berlusconi si è presentato, GIURO, con il banchetto della Presidenza del Consiglio. Il ragazzo che me l 'ha raccontato mi ha detto che sembrava un venditore di pentole. Qua i media dicono che là va tutto benissimo. Quel ragazzo che mi ha raccontato le cose che ti ho detto, insieme ad altri ragazzi, adulti, a qualche anziano, mi ha detto che "quello che il Governo sta facendo sulla loro pelle è un gigantesco banco di prova per vedere come si fa a tenere prigioniera l 'intera popolazione di una città, senza che al di fuori possa trapelare niente". Mi ha anche spiegato
che la lotta più grande per tutti là è proprio non impazzire. In tutto questo ci sono i lutti, le case che non ci sono più, il lavoro che non c'è più, tutto perduto.
Prima di mangiare in quel posto abbiamo fatto a piedi più di tre chilometri in cerca di un ristorante, ma erano tutti già chiusi perchè i proprietari devono rientrare nelle tendopoli per la sera. C 'era un silenzio terrificante, sembrava una città di zombie in un film di zombie. E poi quest'umanità all'improvviso di cuori palpitanti e di persone non dignitose, di più, che ti ringraziano piangendo per essere andato là. Ci voglio tornare. Con quella luna gigantesca che mi guardava nella notte in fondo alla strada quando siamo partiti e io pensavo a te e a quanto avrei voluto buttarmi al tuo collo per dirti che non ti lascerò mai, mai, mai.
Dentro al ristoro privato (una specie di rosticceria) in cui abbiamo mangiato, mentre ci preparavano la roba e ci facevano lo scontrino e fuori c 'erano i tavoli nel vento della sera, un commesso dietro al bancone ha porto un arrosticino a Michele, dicendogli "Assaggi, assaggi". Michele gli ha detto di no, che li stavamo già comprando insieme alle altre cose, ma quello ha insistito finchè Michele non l'ha preso, e quello gli ha detto sorridendogli: "Non bisogna perder le buone abitudini".
Domani scriverò cose su internet a proposito di questo, la gente deve sapere. Anzi metto in rete questa mia lettera per te.
Andrea Gattinoni, 11 maggio notte
Non me lo so spiegare...io

giovedì 2 luglio 2009

COME UN UOMO SULLA TERRA ( RAI TRE ORE 23.45 9 LUGLIO)

Vista la tragedia quotidiana che attraversano le popolazioni migranti che dal sud del mondo cercano di approdare in Italia attraverso la libia di Gheddafi, invito chi non l' avesse ancora visto, a piazzarsi davanti alla televisione e a guardare il documentario di Andrea Serge.
Ricordo a chi lo ha gia visto che il giorno nove ad un quarto a mezzanotte su raicomunista potrà nuovamente prendere atto di questo silenzioso stillicidio.

Colgo l' occasione per salutare e ringraziare Teone che è stato il primo ad informarmi sul documentario.

Ciao a tutti.